Oggi i bambini sono molto stressati. Ma i genitori non lo vedono.

 

I bambini di oggi stanno mostrando segni di stress fin dalla scuola elementare, ma i loro genitori non se ne accorgono. Eppure la maggior parte di quegli stessi genitori dichiara di essere personalmente molto stressata.

Come mai il genitore è consapevole del proprio stress, ma non di quello del proprio bambino?

 

IL SONDAGGIO
I dati emergono da un recente sondaggio condotto online fra giugno e luglio 2015 per conto di WebMD, società americana che si occupa di informazione sanitaria, e pubblicato su “WebMD Health News” qualche giorno fa.

Il questionario è stato completato da 432 genitori di bambini fra i 5 e i 13 anni. Chiedeva agli adulti di “misurare” il proprio stress degli ultimi 12 mesi, per poi fare altrettanto con lo stress del figlio. La scala andava da 1 (stress minimo) a 10 (stress massimo).

Cosa emerge?

Dei genitori, padre e/o madre, uno su cinque ha valutato al massimo livello il proprio stress, attribuendovi il punteggio più alto della scala:10; la metà ha assegnato al proprio stress il 7.

Passando poi a valutare lo stress dei figli, questi stessi genitori lo hanno considerato molto inferiore al proprio; più della metà ha assegnato il punteggio 4, o anche meno.

COMPORTAMENTI E SINTOMI DEI BIMBI STRESSATI
Pur non “vedendo” lo stress nei propri figli, tuttavia i genitori affermavano di aver notato che alcuni comportamenti negli ultimi 12 mesi erano cambiati.

I loro figli:

avevano più discussioni (43%).
avevano aumentato pianto o piagnistei (37%).
erano apparsi preoccupati e ansiosi (34%).
Anche certi sintomi fisici – che possono essere correlati allo stress – risultavano ora molto presenti; i genitori hanno riferito che i loro figli negli utili 12 mesi lamentavano:

mal di testa (44%)
mal di stomaco (44%)
incubi o problemi a dormire (38%);
ed inoltre diminuzione dell’appetito o altri cambiamenti nelle loro abitudini alimentari, osservato nei figli dal 20% dei genitori.

Questi comportamenti e sintomi, però, non sono stati letti e interpretati come possibilisegnali di stress; come se il genitore non riuscisse a pensare che lo stress colpisce anche il bambino, non solo l’adulto.

CAUSE DI STRESS INFANTILE
Le tensioni in famiglia sono una importante fonte di stress infantile: a genitori stressati corrispondono figli che presentano comportamenti o patologie stress-correlate, per lo più incomprese dagli adulti, rileva il sondaggio. “I genitori sembrano riconoscere il proprio stress, ma hanno difficoltà a riconoscere il legame tra ciò che sta accadendo nella famiglia e come questo danneggia i loro figli”, dice Sandra Hassink, presidente della American Academy of Pediatrics; «i bambini decisamente raccolgono e assorbono lo stress dei genitori» e lo stress sperimentato nella prima infanzia continua ad aumentare quando crescono, specialmente se non viene riconosciuto.
Gli impegni scolastici, al contrario, vengono riconosciuti come fonte di stress per i figli dal 53% dei genitori.
I rapporti con gli amici sono stati indicati come fonte di stress per i figli dal 51% dei genitori. Nel caso del bullismo, i genitori ne riconoscono il grave potenziale stressogeno sui figli, attribuendo a questa evenienza un punteggio tra 8 e 10.
En passant aggiungiamo per chi legge che – crescendo – lo stress anzichè diminure aumenta, se non preso in considerazione. E dunque non si pensi che “passerà con l’età”. L’American Psychiatric Association in una indagine sullo stress rileva che gli studenti delle scuole superiori riferiscono livelli di stress superiori a quelli degli adulti. Più della metà di tutti gli studenti universitari (54%) hanno provato “opprimente angoscia” qualche volta negli ultimi 12 mesi.

La Hassink afferma che lo stress è il maggior problema di salute per i bimbi e i ragazzi di oggi, e invita dunque a trattare lo stress dei bambini come un serio problema di salute.

“Penso che l’infanzia oggi è un evento molto più stressante di quanto non lo sia stato in passato”, dice Hassink. “Come genitore, l’ho sentito. Come pediatra, lo sento.”, anche perché l’infanzia di oggi è segnata da eventi molto più stressogeni di un tempo all’interno stesso della famiglia: problemi finanziari, separazione e divorzio, perdita del lavoro, trasferimenti da una regioneall’altra, oggi sono piuttosto frequenti.

Eppure è difficile che un bambino parli di stress o riferisca ai genitori di essere stressato; sono dunque gli adulti a doverlo “vedere” e riconoscere.

RIFLESSIONI E SUGGERIMENTI

Anche se l’indagine riguarda un campione statunitense, chi di noi lavora con insegnanti e genitori – oltre che con i bambini stessi – può riscontrare rilevanti analogie con la situazione italiana.

Cosa possiamo fare e suggerire?

– Aiutare i genitori per aiutare i figli. Considerato che genitori colgono maggiormente lo stress che ha origini extra-familiari e poco quello che nasce all’interno della famiglia, essi vanno aiutati a riconoscere che i propri livelli di stress stanno interessando non solo se stessi ma anche i figli, e che influisce pesantemente sulla loro vita. È importante quindi che il genitore si preoccupi innanzi tutto del proprio stato emotivo e della propria salute psichica; non solamente per un benessere personale, ma anche per poter dedicarsi ai figli regalando un tempo di qualità, per parlare con loro e ascoltarli, per saper giocare con loro con serenità.

Corsi di formazione e laboratori per genitori sono strumenti di primo livello preziosi a questo fine.

– Aiutare i figli ad individuare modalità personali di alleviamento dello stress: non unicamente vedendo la TV, ma anche stimolando i figli verso attività più salutari come giochi liberi, esercizio fisico, lettura, arte, musica, esperienze creative che non implichino competitività o valutazioni finali.

Nutrire nei figli la resilienza allo stress. Se è vero che lo stress del bambino aumenta insieme allo stress familiare, in famiglia si possono però trovare risorse e soluzioni; «Ciò che davvero costruisce la resilienza nei bambini sono le relazioni» (Hassink). Dunque i genitori possono aiutare i figli a imparare a gestire lo stress, a cominciare dalla qualità e dalle caratteristiche dell’interazione genitore-figlio nel tempo speso insieme.

– I genitori chiedano aiuto. Invitiamo i genitori ad imparare a chiedere aiuto. Anziché rappresentare una resa di fronte alla propria incompetenza genitoriale, i genitori che si rivolgono allo psicologo possono trovare alleanza tra adulti e sostegno in un percorso psicologico o psicoterapeutico, che favorisca l’individuazione di soluzioni personali, che aiuti a cogliere eventuali disagi del bambino e/o dell’adulto, che stimoli la costruzione di una relazione positiva fonte della capacità di resilienza nel figlio.

 

Fonte

WebMD Survey: Parents Don’t See Kids’ Stress Signs

Tratto da: www.medicitalia.it

 

 

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